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Aspettando Edge al Milk: Angelo Caltagirone

Venerdì 26 settembre alle ore 18,30, aperitivo, ore 19,00, inizio del dibattito il Circolo Culturale Lgbt Havey Milk avrà il piacere di ospitare due importanti figure del mondo dell’imprenditoria e del rapporto di quest’ultima con la realtà delle professioni e del management LGBT, Angelo Caltagirone, ideatore di Edge, la prima vera “lobby” italiana com queste finalità, e Fulvio Marcello Zendrini, che da sempre si occupa di marketing e di comunicazione.
L’incontro sarà presso la sede Guado di Via Soperga 36, Milano. Attendendo l’appuntamento abbiamo avuto occasione di intervistare i nostri relatori: segue quella fatta ad Angelo Caltagirone, presidente di Edge.

Angelo sei fondatore di Edge: da dove nasce l’idea dell’associazione?

L’idea nasce dalla mia lunga esperienza sia come Presidente di egma, European Gay and LEsbian Managers Association, la federazione delle associazioni europee LGBT business, che come vicepresidente di Network Gay Leadership, l’associazione dei manager e professionisti gay in Svizzera. Dopo l’organizzazione di una conferenza internazionale nel 2011 in occasione dell’Europride di Roma, è nato l’interesse di fondare un’associazione di questo tipo anche in Italia.

Che cosa trarre dall’esperienza associativa?

I soci possono usufruire di uno scambio di esperienze sul piano sociale, professionale e culturale. Nei nostri eventi di networking hanno la possibilità di parlare con persone della stessa professione o che condividono gli stessi interessi. Inoltre fanno parte di un gruppo di pressione che si prefigge di dialogare con le imprese e le istituzioni per cambiare la situazione dei diritti delle persone LGBT, sul posto di lavoro, ma non solo.

Come ha risposto il pubblico, soprattutto la comunità Lgbt?

Con un po’ di titubanza. Il panorama associativo italiano è molto particolare e frastagliato, soprattutto a causa delle diverse faide interne alla comunità LGBT. Molti si sono chiesti il motivo della nascita di una nuova associazione, prima di conoscerla e scoprire che abbiamo obiettivi diversi e più di nicchia. Inoltre, poiché ci muoviamo nel mondo del lavoro e delle imprese, le persone devono convincersi che siamo “seri” e degni di fiducia. Non dimentichiamo che molte persone LGBT non sono out sul lavoro per cui aspettano di essere sicure di trovarsi in un ambiente protetto quando partecipano agli eventi di EDGE.

Quali sono le finalità che vi ponete?

Gli obiettivi dell’associazione sono di creare un network di persone con competenze ed esperienze professionali altamente qualificate allo scopo di fornire nuove opportunità sul piano personale, professionale, economico e culturale a beneficio dei propri associati, e di rappresentare professionisti, dirigenti e imprenditori che in quanto persone GLBT sono portatori di valori specifici (mission).

Imprenditoria e temi Lgbt: quali sono le prospettive di sviluppo in Italia?

Come detto prima, vi sono molti problemi che frenano lo sviluppo di questo settore in Italia. Gli imprenditori stranieri LGBT per esempio difficilmente vengono a investire in Italia dove trovano una situazione legale non proprio vantaggiosa. E sono pochi gli imprenditori italiani che hanno avuto il coraggio di fare coming out. Io sono però fiduciose e spero che con la nostra associazione possiamo cambiare questa situazione.

Quale apporto le persone Lgbt possono portare e hanno già garantito in tema di creatività e di gestione di imprese?

Chi ha deciso di “uscire fuori” e vivere “alla luce del sole” è più sereno con se stesso, per cui diventa più produttivo, creativo, ecc. e porta un valore aggiunto all’azienda in cui lavora e alla società in cui vive. E fa da esempio per le nuove generazioni che a loro volta porteranno questa ricchezza nella società e nel mondo del lavoro.

Potresti fare un paragone con altre esperienze europee e internazionali in materia di rapporto tra imprenditoria e persone, professionali e altamente qualificate, Lgbt?

In Europa e nel mondo vi sono tante associazioni di manager, dirigenti e imprenditori LGBT, alcune grandi, altre più piccole. L’associazione svizzera, di cui faccio parte, per esempio ha svolto un ruolo cruciale nell’approvazione della legge sull’unione civile, da un lato con un lavoro di lobby nella politica (vi sono tra i soci importanti esponenti politici, tra cui un presidente della camera), dall’altro finanziando la campagna politica per la votazione della legge. Nelle grandi aziende multinazionali vi sono molte persone LGBT in posizioni chiave che hanno contribuito a migliorare le condizioni dei diritti delle persone LGBT sul posto di lavoro. Alcune associazioni hanno persino istituito dei premi o degli indici per le aziende più gay friendly, i più famosi sono quelli di Stonewall in UK e della Human Rights Campaign negli USA. In Italia c’è Parks Liberi e Uguali – un nostro partner strategico – che ha iniziato due anni fa a dare un premio del genere in Italia.

Intervista a cura di Alessandro Rizzo