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Daniele Magnani

Gli occhi di Daniel

Gli occhi di Daniel mi guardano dalla piccola foto nella home page del Corriere. 24 anni, uno in meno di quelli che avevo io nel momento che definisco “quello in cui ho realmente cominciato a vivere“. Lo sguardo é simpatico, la foto sembra proprio una di quelle che potresti trovare in un qualunque sito di online dating. Probabilmente, é la migliore che ha scelto tra il paio di decine che si era scattato per prova. Ogni persona ha la sua storia, ma certi riti si ripetono ad ogni latitudine.
Gli occhi di Daniel mi guardano dalla piccola foto della home page, e avrei istintivamente voglia di abbracciarlo, di dirgli che é tutto passato, che ora non gli possono fare piú niente. Ma non si puó. Daniel é morto. Lo hanno ammazzato.Leggi tutto »Gli occhi di Daniel

In libreria l’edizione del ventennale di “Ragazzi che amano ragazzi”. Dieci domande ed un evento con l’autore Piergiorgio Paterlini.

Ragazzi che amano ragazzi” è il long-seller della bibliografia italiana a tematica omosessuale, scritto da Piergiorgio Paterlini ed edito da Feltrinelli nel 1991. In due decenni di vita l’impianto del libro non ha subito particolari cambiamenti, salvo la pubblicazione delle lettere dei lettori nel 1998 e di un piccolo maquillage nel 2008. Oggi 22 febbraio 2012 è uscita in libreria l’edizione del ventennale; in questa occasione l’autore ha voluto celebrare l’avvenimento con l’integrazione di alcuni nuovi testi, mantenendo comunque inalterato il cuore del libro: le storie di ragazzi che amano ragazzi.

Paterlini, che già a fine 2010 ci ha accompagnato in un percorso alla scoperta di “Niente Paura – Come siamo, come eravamo e le canzoni di Luciano Ligabue, di cui è stato sceneggiatore, ha accettato di condividere in una intervista con Milk Milano alcune riflessioni sui venti anni del libro. Inoltre, domenica 4 marzo alle ore 15.00 Milk Milano organizza presso la sede del Guado (via Soperga 36 – Milano) l’evento “Ragazzi che ancora amano ragazzi”, che vedrà la partecipazione proprio di Piergiorgio Paterlini.

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Quando indicare non è solo maleducazione

Tanto tuonò che piovve. Abbiamo sperato fino all’ultimo che l’idea di un outing collettivo dei politici italiani omofobi, promossa inzialmente da Equality Italia, fosse una provocazione, e non una prospettiva reale. Evidentemente, ci sbagliavamo.

L’outing è la forma più violenta con cui la sessualità di una persona viene resa pubblica. La più violenta perché tale pubblicità avviene senza il consenso – e contro la volontà – della persona coinvolta.

La scelta di rendere pubblica la propria sessualità è un diritto personale, nessuno può arrogarsi tale diritto e compiere tale scelta per gli altri. Nemmeno se questi “altri” sono persone inaffidabili, o detestabili, o politicamente scorrette. E, tantomeno, non tramite un pubblico indice di inquisitoria memoria.Leggi tutto »Quando indicare non è solo maleducazione

Cuore di pietra

Ayub e Mosleh sono due giovani iraniani. Vivono a Piranshahr.
Piranshahr non è la citta iraniana che ti immagini: non è immersa nel deserto, non ha intorno a se sterminate distese di sabbia. Piranshahr si trova, con i suoi 57.000 abitanti, in una valle verdissima contornata dai monti, all’estremo nord-ovest dell’Iran. Piranshahr si trova a 60 km dalla Turchia. Ma si troverà anche a 60 km dall’Europa, quando la Turchia entrerà nella UE.

Nemmeno Ayub e Mosleh sono i giovani iraniani che ti aspetti. Perché Ayub E Mosleh sono gay. Ahmadinejad, il presidente iraniano, ha detto che i gay non esistono in Iran. Poi ha detto che i gay esistono, ma agli iraniani non piaciono. Ayub e Mosleh forse non esistono, e se esistono forse non piaciono a tutti gli iraniani. Ma Ayub e Mosleh sono iraniani, e si piaciono.
Si piaciono, e si baciano, si toccano, e fanno l’amore. Fanno l’amore, e si filmano mentre lo fanno. Non è importante perché lo facciano. Si può pensare che sia una perversione, o che sia piacevole filmare il momento in cui ti unisci con un’altra persona.
Questo è ciò che di Ayub e Mosleh possiamo soltanto immaginare.

Poi c’è quello che ci viene raccontato.Leggi tutto »Cuore di pietra

Riparte “Think Milk… be King!”: primo appuntamento con Piergiorgio Paterlini

Dopo il grande successo dello scorso anno, riprendono anche per la stagione 2010/2011 gli appuntamenti con “Think Milk… be King!“, la rassegna di domeniche culturali a cura del Milk. La prima data ripropone anche la collaudata collaborazione con il locale King di Milano.

Il primo evento, in calendario il 24 ottobre alle ore 18, vedrà la partecipazione di un ospite d’eccezione: sarà con noi Piergiorgio Paterlini, giornalista e autore di opere tradotte in otto paesi, tra cui “Matrimoni” e quel “Ragazzi che amano ragazzi” che – pubblicato quasi venti anni fa – è ancora attualissimo nel descrivere la condizione, ma sopratutto lo stato d’animo, dei ragazzi che si sorprendono ad amare altri ragazzi.Leggi tutto »Riparte “Think Milk… be King!”: primo appuntamento con Piergiorgio Paterlini

Il silenzioso deflagrare della speranza

Se la democrazia esprime nel voto alle urne la sua essenza, si può parimenti sostenere che la libertà trovi il suo momento di massima espressione nella manifestazione del proprio pensiero. E quale può essere la migliore manifestazione del proprio pensiero, se non lo sfilare in piazza per mostrare ai propri concittadini ciò che muove il profondo del nostro animo?

È con questo spirito che intendiamo solidarizzare con i cinquecento eroici partecipanti al Gay Pride di Belgrado. In una nazione come la Serbia, dove la comunità GLBT non ha diritto di esistere, i “soli” quindici minuti di manifestazione e le “sole” cinquecento persone presenti al Pride hanno rappresentato una cristallina conquista di libertà. Di più: i quindici minuti e le cinquecento persone rappresentano non solo un importante passo verso l’emancipazione delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali, ma anche un importante passo verso la democratizzazione della Serbia.Leggi tutto »Il silenzioso deflagrare della speranza

Peregrine riflessioni sulla Seminarista Sfranta.

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Il giovane prete inquadrato dalle telecamere di mamma RAI durante l’aggressione a Papa Ratzinger, ormai universalmente noto come “la seminarista sfranta”, è diventato la vera star del web del natale 2009. Dieci secondi di celebrità: la metà impiegati in un movimento lento ma fluido per portare la mano alla bocca, l’altra metà per scuotere lievemente la testa e appoggiare la stessa sul petto, per tenere a bada un cuore che, nell’immaginario comune, ha perso un battito all’atterramento di Benedetto XVI. Bastano poche ore e tra Facebook e Youtube fioriscono gruppi e playlist dedicate allo sconosciuto protagonista del video più gay-friendly mai uscito dalle austere stanze vaticane. Video e fotomontaggi del nostro “eroe” lo ritraggono tra l’intervista di Don Barbero e Don Benzi alla Iene e una scena di Queer as Folk, o avvistato al concerto romano di Madonna  con la testa cinta da un improbabile cappello del tour Hard Candy.  I toni, bene precisarlo, sono tutt’altro che omofobi: il gruppo di facebook FAN CLUB DELLA SEMINARISTA SFRANTA DURANTE LA CADUTA DEL PAPA! ha già superato i 6000 iscritti, e la discussione verte sullo scherzo e sull’autoironia. Non mancano comunque le voci polemiche, come quella del blog paesaniniland, che accusa “come certi gay siano ancora vittima dei meccanismi maschilisti che prima li intrappolano in odiose categorie e poi li costringono a illudersi siano le armi di liberazione da un pregiudizio che è prima di tutto dentro di loro”.Leggi tutto »Peregrine riflessioni sulla Seminarista Sfranta.