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Prima di Will e anche di Grace: vent’anni di rappresentazione gltb in prima “serata” a stelle e strisce

Venerdì 16 presso la sede del Guado, Via Soperga 36 a Milano, alle ore 20,30 il Circolo di Cultura Omosessuale Harvey Milk affronterà in un incontro l’analisi di un lungo itinerario nei vent’anni di sit com americane dove a essere tra i protagonisti sono personaggi glbt di vari genere, personalità ed estrazione sociale. Un’occasione, sarà questa, per meglio considerare come la regia e la rappresentazione di questi “character” siano stati proposti al grande pubblico. Si scoprirà, così, un’evoluzione particolare insieme ai ragazzi del Milk che hanno portato avanti un laboratorio finalizzato all’esame dei personaggi nei vari media. Saranno, così, a noi sottoposti nuovi scenari spesso ignoti o, semplicemente, non considerati. Tra stereotipi e figure più aderenti alla realtà quotidiana il mondo delle sit com si apre davanti ai nostri occhi in una salsa tutta rainbow e a tematica.

1. Prima e dopo Will & Grace: come vengono trattati e presentati i personaggi lgbt?
Abbiamo scelto Will & Grace come spartiacque in maniera del tutto arbitraria: il grande pubblico pensa che Will & Grace sia stata la prima situation comedy con personaggi gay fissi; ma questo non è vero. Troviamo esempi anche prima: nella sit com Ellen. Semplicemente Will & Grace è il caso più eclatante. Lungi, però, dall’essere una serie pioniera. Molti anni prima di Will & Grace, per esempio, la televisione via cavo Showtime produsse una sit com con un personaggio bisessuale e un personaggio gay fissi che, però, ebbe un modestissimo successo. Nella nostra analisi, comunque, ci siamo limitati ad analizzare le serie sit com e fantascienza.

2. Perchè solo fantascienza e commedy?
Per svariati motivi. Innanzitutto perchè volevamo trattare le serie più prettamente popolari. Inoltre in questi due generi abbiamo trovato una più copiosa casistica di personaggi glbt positivi e “costruttivi”.

3. Un’anticipazione sui personaggi?
In realtà sono soprattutto personaggi che appaiono in una sola puntata e sono molto spesso fuori dagli stereotipi classici. Abbiamo poliziotti gay che salvano il proprio capo, diversi sportivi e addirittura un ex marine transessuale. Solo per citarne alcuni.

4. In Will & Grace si cade nello stereotipo?
Secondo l’analisi che abbiamo condotto in Will & Grace ci sono sia passi avanti sia molti passi indietro. Soprattutto nel personaggio di Will che spesso rimane imprigionato nelle stereotipo del gay monogamo e buono, in netta contrapposizione con Jack, che rappresenta il contraltare libertino e sempre sopra le righe.

5. Si possono già formulare delle ipotesi su un’epoca post Will & Grace?
Sì. Ormai i gay, specialmente nelle sit com sono diventati un ingrediente che non può mancare. Quando, l’anno scorso, per fare un esempio, nella serie Whitney un personaggio a metà stagione passa da essere eterosessuale a essere bisessuale Variety ha commentato dicendo “daltronde al giorno d’oggi una sit com non può definirsi tale se non ha un personaggio gay. E questo la dice lunga su come anche le riviste specializzate stiano trattando l’argomento.

6. Joe Biden, il vicepresidente alla Casa Bianca, ha affermato che grazie a Will & Grace oggi come oggi nella società americana si sono abbattuti alcuni muri del pregiudizio omofobico. Concordi su questa analisi?
In realtà solo in parte. Come detto prima Will & Grace è solo la punta dell’iceberg. Il coming out “in diretta” di Ellen Degeneres, per esempio, fu molto più significativo e incisivo. E’ stato un lungo e complesso percorso, partito ben prima di Will & Grace. In piena epoca nixoniana in una sit com ambientata nella working class come Arcibaldo (All in the family) inserire un personaggio transessuale, la cui morte a causa di un attacco omofobico diventa un punto cardine nello svolgimento della trama, credo abbia aiutato la causa tanto quanto Will & Grace.

7. Nella nostra presentazione analizziamo anche quale fu la reazione da parte del pubblico?
Sì. Per ogni serie che abbiamo analizzato ci siamo sforzati di farne anche un’analisi sociologica e demografica, cercando di capire sia a chi era rivolta la serie, sia nell’intento dell’autore quale poteva essere l’atteggiamento verso il personaggio glbt.