Niccolò Tommaseo e il sex working

Ad Aprile del 2010 l’attivista transgender Antonia Monopoli aveva scritto questo pezzo per la rubrica “Transizionario” del Milk Blog.
Ora che l’associazione ha chiuso, abbiamo pensato di trasferire questo articolo per non perdere la memoria.
Ringraziamo Antonia. Buona lettura.

Niccolò Tommaseo e il sex working

 

Cari Lettori e Care Lettrici vedo dalle visite che seguite con attenzione il TRANSIZIONARIO: questo mi fa un enorme piacere, ed è uno stimolo per continuare… Mi avvicino alla chiusura del lungo post sul termine “prostituzione” (importante, vista l’attività di assistenza che il Milk ha deciso di intraprendere per i/le sex workers con le “ronde del tè”) parlandovi delle origini del termine e dei suoi recenti trascorsi semantici.

La parola “prostituzione” deriva dal verbo latino prostituĕre (pro, “davanti”, e statuere, “porre”), e indica la situazione della persona (in genere schiava) che non “si” prostituisce, ma che, come una merce, viene “posta (in vendita) davanti” alla bottega del suo padrone. Questa origine richiama quindi la condizione storicamente più abituale della prostituta, la quale non esercita autonomamente la sua professione, ma vi è in qualche modo indotta da soggetti che ne sfruttano il lavoro traendone un proprio guadagno (i cosìddetti “protettori”).

Niccolò Tommaseo (nella foto) fissò una distinzione fra meretrice e prostituta: la prima guadagna del corpo suo (e qui l’illustre linguista richiama il termine latino mereo) mentre prostituta è legata a prostat, cioè è colei che per guadagno o per libidine, “si mette in mostra, e provoca a sozzure“. Tipico di Tommaseo è il legare gli esiti di una fine e rigorosa indagine filologica a personali giudizi di merito e morali i quali gli fanno aggiungere: “[La prostituta] è più comune, più venale. Taide meretrice, Messalina prostituta. Ogni abbracciamento venale è meretricio, prostituzione non è. Le meretrici di caro prezzo non sono prostitute; le prostitute da’ genitori o dai mariti, che nulla guadagnan per sè non meritano l’altro nome [meretrici]”.
A rafforzare la distinzione fra prostituta e meretrice Tommaseo richiama una evidenza storica: “le prostitute nei templi pagani per atto di devozione, meretrici non erano; e si credevano far opera meritoria“. (Niccolò Tommaseo. Nuovo dizionario de’ sinonimi della lingua italiana, Napoli, Bideri, 1905).

Cari Lettori e Care Lettrici spero che con questo post io vi abbia chiarito le idee sulla Terminologia e delle sue origini. Naturalmente non è finita qui, quindi al prossimo post…
Vi lascio con un abbraccio circolare!

Antonia Monopoli

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