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Aspettando Michel Foucault: Antonio Peligra

Venerdì 4 aprile, ore 18, aperitivo, ore 19, confronto, si terrà presso il Milk, sede Guado di Via Soperga 36, Milano, un primo incontro su Michel Foucault, uno dei capostipiti filosofici della nostra contemporaneità, riferimento per il Movimento LGBT di tutti i tempi e di tutto l’Occidente. Daremo, così, inizio a un ciclo di incontri e dialoghi per analizzare e conoscere il grande filosofo francese: una modalità di conoscenza che ci renderà tutte e tutti partecipi nell’avvicinarci a uno dei pensatori più fondamentali della storia della filosofia moderna. Ci aiuteranno in questo percorso, quasi animandone la portata e dandoci degli spunti di approfondimento, Monica Romano, responsabile gruppo “identità di genere” del nostro Circolo Harvey Milk, e che ha affrontato al figura di Foucault nella sua tesi di laurea, Edoardo Dallari, giovane studente di filosofia all’Università San Raffele di Milano e Antonio Peligra, attore, diplomato alla Paolo Grassi di Milano, e studente di filosofia all’Università Statale di Padova. Li intervisteremo nel corso dei prossimi giorni per meglio inoltrarci e prepararci in questo intrigante e utile viaggio. Il primo a essere intervenuto è Antonio, che ci pone, alla fine del suo intervento, alcune domande molto interessanti.

Michel Foucault

Antonio Peligra

“Son diplomato alla Paolo Grassi come attore e studio filosofia a Padova, secondo anno.

Ho incontrato Foucault – nella lettura del secondo volume di “Storia della sessualità – uso dei piaceri”- su invito del professore di teoretica durante un corso sul Simposio di Platone, in cui si affrontava la tematica dell’amore omosessuale: Socrate – Alcibiade e la favola di Aristofane – le metà in origine unite che cercano di ricongiungersi al simile. Mi ha interessato e colpito per l’analisi tra l’antropologico, lo storico e il letterario che faceva emergere la complessità dell’espressione omoerotica così diversamente intesa nella cultura greca rispetto la nostra: per gli stereotipi che oggi, a volte, offuscano e traviano quello che l’omosessualità poteva essere in altre epoche rispetto il concetto di bellezza, di educazione, di continenza, di desiderio e di famiglia.

Da li’ il fascino dissacrante che Foucault riesce a evocare nella “Volontà di sapere”, primo volume della trilogia sulla sessualità: forse che non per “repressione” (termine con cui certi anni 60 e 70 han consacrato l’epoca dello “sturm Und drang” ) quanto per un nostro nuovo gioco, con nuove dinamiche interne di potere – non calato dall’alto ma orizzontale , tra di noi – mosso da curiosità di sapere, di controllarci a vicenda, l’esperienza erotica e le sue implicazioni relazionali si siano spostate dalla fisicità alla favola psicanalitica dalla confessione allo psichiatra?

A immutabili categorie? Che la liberazione e la fluidità queer sia forse un’altra di queste categorie? Insegue modelli già esistenti? Elaborazione psicanalitica o soluzioni strategiche sempre diverse rispetto alla molteplicità degli eventi ? Complesso risulta poi cercare di capire cosa sia fisicità, cosa favola. Foucault regala spunti molto interessanti su questi concetti, tra Agostino e Heidegger”.

Intervista a cura di Alessandro Rizzo