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Il comune di Rho spiazza l’amore spiazza

Il comune di Rho spiazza la manifestazione contro l’omofobia – comunicato stampa coordinamento arcobaleno 4/04/2011

Il coordinamento Arcobaleno di Milano e Provincia   che riunisce le realtà lesbiche, gay, transessuali e bisessuali  esprime il suo disappunto per la lettera con cui il Comune di Rhonega l’autorizzazione in piazza San Vittore per la manifestazione «L’amore spiazza», che si è già svolta con successo nelle piazze principali e significative come a Magenta,  Bergamo,  Pavia e Varese.

Chi attualmente amministra  Rho “spiazza” la manifestazione relegandoci in Largo Marinai d’Italia, una piazza decentrata dove non c’è passaggio di persone. Evidentemente, non potendoci impedire di manifestare cerca in tutti i modi di impedire di rendere pubblici i nostri amori, i nostri corpi e i nostri vissuti.

Lasciano perplessi i tempi della risposta (a 4 settimana dalla richiesta ancora non è stata spedita) e ancora di più non ci convincono le motivazioni addotte: chi abita a Rho sa che in piazza san Vittore ci sono bancarelle, chioschi e gazebo quasi tutti i sabati, perché allora si sostiene che ci sono problemi di allacciamento alla rete elettrica solo in concomitanza con una manifestazione organizzata da gruppi omosessuali e transessuali?

Rho è in crisi politica già da diverso tempo, il comune è commissariato e ha perso il contatto con la sua cittadinanza, lasciandola in balia di dirigenti che decidono in base alle proprie convinzioni personali anziché rispettare la Costituzione e il regolamento comunale che prevede in modo esplicito l’utilizzo della piazza per tutte le associazioni che ne fanno richiesta.

In vista delle future elezioni amministrative  chiediamo a tutte le realtà politiche, ai Candidati Sindaci, ai movimenti, alle Associazioni, alle cittadine e ai cittadini rhodensi di ricominciare ad occuparsi seriamente del territorio facendo rispettare le istanze di tutta la popolazione e di prendere posizione su una questione di civiltà, libertà e parità che riguarda l’intera società.

Lottare contro l’omofobia e la transfobia in questo caso significa quindi lottare contro dei burocrati che usano le ordinanze e i silenzi per offendere, in nome del loro integralismo religioso, la dignità delle persone omosessuali e transessuali.

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