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Le origini dell’intolleranza e delle paure: incontro con Enrico Proserpio

“Le origini dell’intolleranza e delle fobie” è il titolo dell’incontro che Milk organizza il 22 settembre, alle ore 17,30, presso la sede Guado di Via Soperga 36, Milano, e in cui tu, Enrico, sarai il relatore: come inquadrare il tema?

Non è semplice inquadrare un tema tanto vasto. Razzismo e discriminazioni varie sono sempre esistite ma nel mondo moderno, dal rinascimento in poi, si sono venute a formare vere e proprie correnti di pensiero razziste, omofobe, maschiliste e transfobiche. La mia ricerca verte soprattutto su queste teorie e sui loro sviluppi, teorie che vengono da ambiti diversi: filosofia, scienza, spiritualità, etnologia…

Hai condotto una ricerca molto ampia, corredata di un altrettanto ampia bibliografia, sulle origini dell’intolleranza in tutte le sue forme: come hai condotto la ricerca?

La ricerca in un certo qual modo si è condotta da sé. Conoscevo alcuni elementi, come gli scritti di Adolf Hitler o il trattato del Gobineau. Sono partito dunque dalle poche cose che conoscevo e ho cercato di cogliere i riferimenti ideologici e teorici di questi scritti. Inoltre questi stessi autori citano altri e così, di citazione in citazione, il quadro si amplia e arricchisce. Altri spunti sono arrivati per caso, trovando vecchi libri o trovando certi riferimenti su internet. Certamente la mia cultura scientifica mi ha molto aiutato nel cogliere alcuni spunti. Ad esempio nella teoria della degenerazione di Morel ho intravisto l’influenza dell’evoluzionismo di Lamarck.

Quale è la finalità del lavoro e a chi è rivolto maggiormente?

Questo lavoro è rivolto a tutti. La sua finalità è mettere in chiaro le radici delle moderne tesi razziste, omofobe, transfobiche in modo da mostrare la loro falsità. Un esempio per tutti: tempo fa l’Onorevole Paola Binetti disse che i gay sono dei “degenerati”. La Binetti è una psichiatra e questo dà una ben precisa connotazione alle sue parole. Lei fa ancora riferimento alla teoria della degenerazione che fu smentita definitivamente negli anni ’90 del XIX secolo! Allora nessuno notò la gravità di quelle parole. Io ne fui spaventato. Se persone come lei dovessero prendere il potere potremmo ritrovarci di nuovo con gli omosessuali rinchiusi in cliniche per essere “curati”. Il rischio non è remoto come spesso si crede. Per questo credo sia importante conoscere certe cose.

Visione tolemaica, eliocentrismo, determinismo illuminista, darwinismo sociale: come si sono evolute le radici dell’esclusione e, soprattutto, come sono state strumentalizzate le teorie scientifiche a favore di razzismi e fobie?

Mah, la scienza si evolve grazie ad errori e sbagli. Il razzismo è stato un grande mezzo a favore degli interessi delle potenze coloniali. Potremmo dire che le teorie scientifiche sono state piegate a sostenere il razzismo in funzione dell’economia e degli interessi politici. Va anche detto però che, a volte, i sostenitori del razzismo furono in “buona fede”, ovvero convinti realmente su ciò che sostenevano. Questo a causa di pregiudizi culturali o di cattive interpretazioni di alcuni dati di fatto.

Qual’è un comportamento dogmatico e come esso incide nella diffusione dell’intolleranza?

Chi si convince che le proprie idee siano assolute e vere in termini universali è spesso intollerante nei confronti di chi la pensa diversamente. L’intolleranza religiosa è un esempio tipico, anche se spesso deriva da una non comprensione del significato del concetto di dogma. È comunque certo che ci sia la tendenza a ritenere il proprio modello di società e di cultura come quello “giusto” e “sano”. Lo si vede, per fare un esempio concreto, nella discussione sulla famiglia. I sostenitori della famiglia “tradizionale” continuano a dire che la vera famiglia è quella formata da un uomo e una donna con i loro figli. Evidentemente ignorano che tale tipo di famiglia è solo il più recente e il meno diffuso.

Quando inizia il distacco da visioni dogmatiche che hanno giustificato forme di razzismo e di intolleranza?

Non credo sia stato il dogmatismo a giustificare il razzismo. Non si può stabilire una corrispondenza biunivoca tra le due cose. Va anzi detto che l’illuminismo, con la sua razionalità e il suo relativismo, ha dato un impulso molto forte al razzismo e all’omofobia.

Omofobia e transfobia: come si introducono in questa ricerca e come le hai trattate?

L’omofobia nasce dall’illuminismo. Prima non esisteva nemmeno il concetto di “omosessualità”. Esisteva la condanna dell’atto sessuale omosessuale, ma non l’idea che l’omosessualità fosse una caratteristica identitaria. Con il materialismo illuminista che pretende di spiegare tutto con le leggi della materia e con la razionalità, nasce l’idea di omosessualità. Il pregiudizio radicato contro gli atti omosessuali fanno da subito definire l’omosessualità come malattia.

La transfobia è cosa diversa. Fino a ben poco tempo fa orientamento sessuale e identità di genere venivano trattati come cosa unica, senza distinzione. Si riteneva, ad esempio, che un gay fosse in parte “femminile” perché si pensava che l’attrazione per gli uomini fosse cosa femminile. Solo da pochi anni si distinguono meglio le cose. Va anche detto che la realtà della transessualità è possibile solo da poco, da quando cioè la medicina ha imparato a intervenire sul corpo umano per cambiare il sesso della persona. Prima la realtà delle persone T non era palese. La transfobia quindi è fenomeno molto moderno ma ha ereditato tutto il bagaglio di pregiudizi e falsità delle teorie omofobe e razziste.

La mia ricerca ha approfondito soprattutto il razzismo ma va detto che spesso ci si imbatte nell’omofobia, nel maschilismo, nella transfobia perché le tesi non sono molto diverse. Le tesi usate un tempo, contro il voto alle donne o contro la possibilità di matrimonio misto (tra diverse razze), sono oggi usate contro il matrimonio omosessuale.

Quali sono gli elementi sociologici e culturali che uniscono i diversi razzismi: dall’omofobia all’antisemitismo, dalla transfobia alla persecuzione delle donne, all’intolleranza etnica, religiosa?

La violenza, la paura, l’ignoranza e, a volte, l’interesse sono le basi delle varie intolleranze. Su questi elementi fanno presa teorie , talvolta, sottili e difficili da smentire; altre volte,  palesemente ridicole.

Quali sono i prossimi passi della tua ricerca e, soprattutto, puoi anticipare letture di alcuni saggi e libri che potrebbero interessare e prepararci all’incontro?

La ricerca proseguirà seguendo citazioni e collegamenti vari. Potrei consigliare vari testi ma credo che per avere una idea si possa cominciare da “Negri, froci, giudei & Co.” di Gian Antonio Stella, un libro ben fatto e di facile lettura che, raccontando fatti e aneddoti, dà un buon quadro generale.

Razzismo, antisemitismo, omofobia, transfobia: fobie e intolleranza sono presenti ancora oggi, nella nostra società. Quali sono le origini di tali comportamenti, come fronteggiarli e, soprattutto, come si manifestano?

Le origini stanno nella paura e nell’ignoranza. Si manifestano in vari modi e gradazioni ma sempre e comunque in modo violento. Si va dalla battutina scema sui “froci” e si finisce con aggressioni, torture e omicidi. L’unico modo di fronteggiarli è fare cultura e informazione.

Intervista a cura di Alessandro Rizzo