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L’intersessualità raccontata da un* attivista intersessuale

Ciao Sabina, innanzitutto è corretto chiamarti Sabina o preferisci un nome meno “connotato riguardo al genere“?

Ciao Nathan, Sabina va benissimo. sabina zagari

 

Ovviamente anche le persone intersex (l’intersessualità riguarda il sesso biologico) hanno un’identità di genere. La tua qual è?

Io rifiuto categoricamente il binarismo, sono innanzitutto Sabina una persona intersex queer.

 

I concetti di “etero” e “omo” partono dal fatto che una persona sia di genere maschile o femminile.
Ma anche chiedere se ti piacciono “gli uomini” o “le donne” o “entrambi” risulterebbe binario. Insomma…facciamo prima se ti definisci tu 😀

All’inizio del mio percorso di accettazione rifiutavo categoricamente la possibilità di essere lesbica malgrado provi attrazione sessuale nei confronti del genere femminile. Con il tempo e l’avanzare del mio percorso introspettivo la consapevolezza è aumentata è ho capito che le definizioni in generale sono per me una gabbia. Mi piacciono sia uomini che donne sia biologici che T e anche persone intersex. Credo che se ci possa essere una definizione più vicina alla situazione attuale è: Pansessuale.

 

Quando hai scoperto di essere intersessuale? come hai vissuto questa condizione?

L’ho scoperto a metà anni 90. Sono stata sempre appassionata d’informatica e già allora, quando ancora internet in Italia non esisteva, mi collegavo alle bbs anche americane a avevo scoperto il significato della Sindrome che mi era stata diagnosticata (Sindrome di Morris o AIS). La cosa che più mi traumatizzò fu scoprire che il mio corredo cromosomico è xy quindi secondo il binarismo ero biologicamente maschio.
Fin da piccola sono stata costretta a molte visite mediche e a parecchi interventi chirurgici e quindi sapevo e avevo ben presente che in me c’era qualcosa che non andava. Ricordo bene che anche prima di conoscere la reale situazione mi sono sempre sentita “diversa” rispetto alle mie amiche. La mia famiglia ha sempre cercato di conformarmi come femmina ma io vivevo un conflitto interiore. Loro volevano vedermi il più femminile possibile e io non riuscivo ad accontentarli ed era un continuo contrasto emozionale con conseguenze tali che mi portavano ad evadere utilizzando sostanze stupefacenti. Drogarmi era l’unico modo per avere un po di pace apparente . In alcuni periodi della vita ho cercato di conformarmi il più possibile come donna, violentandomi, e alla fine di questi periodi il risultato era di profonde crisi depressive sempre associato ad un massicio uso di sostanze che mi hanno portato poi anche a più tentativi di suicidio. Insomma non trovavo la giusta collocazione per Sabina nel mondo.
Nel 2008 tramite un’indagine genetica la mia diagnosi è stata completamente ribaltata in Deficit di 5alpha reduttasi, ed è stato l’inizio della fine. Sapere che ero stata trattata, violata e costretta a vita all’assunzione di farmaci è stata l’ennesima tragedia interiore che mi ha portato ad anni di profonda solitudine e rifiuto del mio corpo. Nell’arco di poco tempo sono passata da un normopeso ad una grave obesità, l’assunzione di sostanze era all’ordine del giorno, l’autolesionismo pure. Poi quando ormai avevo perso tutto e la normale evoluzione delle cose in quella situazione sarebbe stata la morte, sono stata aiutata dal mio psichiatra e ho accettato di entrare in una comunità terapeutica per trattare la mia dipendenza da sostanze psicotrope. Ad un certo punto del percorso è stato chiaro sia a me che ai miei terapeuti che avrei dovuto iniziare un percorso per trattare la mia condizione e finalmente con tanta fatica ho iniziato un percorso di accettazione che è ancora in atto e che ad un certo punto ha previsto anche la frequentazione dei gruppi del Circolto Culturale TBGL Harvey Milk Milano che mi ha permesso di ascoltare e confrontarmi con altre persone. Anche se ero l’unica persona intersex, il lavoro di gruppo sulle tematiche di genere mi ha permesso di mettermi sempre in discussione e di accettarmi ma sopratutto trovare una collocazione nel mondo di Sabina come persona…

L’intervista completa è a disposizione su Progetto GenderQueer.